Villa Brasilia

A   cura di Anna Molinari.

Nel 1880-81 viene eretta su disegno dell’architetto Attilio Botta Villa Brasilia per volere di Antonio Carlos Gomes. La volontà del compositore era di rendere la villa un omaggio e un rimando alla sua patria ovvero il Brasile. Tuttora è possibile ammirare la pavimentazione originale in laminato veneziano del piano rialzato che riporta la dicitura PRO BRASILIA, la corona d’alloro e la lira. I documenti dell’epoca riportano che sul tetto della villa sventolava la bandiera con sfera armillare del Braslie “notte e giorno”. Inoltre dalle lettere e dai resoconti storici emerge come lo stesso giardino fosse un omaggio alla patria con una scelta di flora e fauna tipicamente brasiliana.

ll biografo Salvatore Ruberti scrive a riguardo:

“Sua figlia ltala ricorda che, notte e giorno, la bandiera nazionale sventolava sopra il terrazzo della villa, passeri brasiliani svolazzavano negli immensi vivai e gruppi di pappagalli, araras e saguis riempivano con i loro gridi striduli il giardino dove I’infinita pazienza del maestro riuscì a ottenere perfino boschetti di bambù. Due grandi statue del Cacique e di Pery (regalo dei suoi editori) si trovavano alla porta d’entrata del parco. Le pareti interne della casa erano coperte di panoplie, con gli ornamenti e le armi degli indiani. Erano gli archi e le frecce di diverse tribù brasiliane, mazze da guerra, trombe, diademi e manti di piume di araras, tutto un museo infine di curiosità indigene del più pittoresco effetto”.

Nel 1887 in gravi ristrettezza economiche Gomes vendette la villa all’imprenditore tedesco Alberto Moldenhauer completa di arredi e di tutto ciò che era contenuto. L’Archivio Notarile custodito in Archivio di Stato di Como conserva l’atto di vendita tra Antonio Carlo Gomes e Alberto Moldenhauer redatto dal notaio Giuseppe Resinelli in Lecco il 2 settembre 1887.

Alla morte di Alberto Moldenhauer la villa passerà ai suoi tre figli: Attilio (Milano 1867-1905) avvocato, Carlo (Milano 1886-1956) medico e Maria (Milano?-1966) sposata Groppelli, che poi nel 1971 venderanno al Comune di Lecco il parco, la villa e tutti gli edifici annessi (scuderie). Seguono piu di una decina di anni in cui la villa e il parco sono lasciati in completo abbandono in balia di furti e incurie.

Nel quinquennio 1980-85 vengono presentati progetti di possibile restauro della villa e del parco per farne un polo culturale per tutta la cittadinanza. Solo nel 1985 si finalizza il progetto di restauro proposto dagli architetti Terragni di Como e iniziano i lavori di intervento. Nel 1986 si sposta nella villa la sede del Civico lstituto Musicale “G. Zelioli” di Lecco nato nel 1984.

Degli interni originali della villa del periodo di Gomes (1880-87) rimangono il pavimento del piano rialzato, l’affresco del soffitto dello scalone e sezioni di affreschi dei soffitti strappati e appesi alle pareti. Le due statue in gesso che attualmente si possono ammirare nell’ingresso sono datate sul basamento “1906″.

L’archivio del Civico Istituto conserva parziale copia della documentazione dei lavori di restauro degli anni 1980- 86. L’unico materiale di particolare interesse sono le fotocopie delle piante della villa prima dei lavori e di alcune foto degli esterni fatte dalla Foto Ottica Lariana di Lecco nel 1980 circa. Si possono aprire numerose ipotesi circa il destino e la sorte degli originali esposti all’ingresso del parco.

Un percorso utile sarebbe consultare il fondo fotografico di Carlo Moldenhauer che e stato digitalizzato interamente, di proprietà di un privato, e che raccoglie preziose testimonianze della vita della villa e di Lecco durante gli anni tra il 1887-1950 circa. L’atto di vendita tra Gomes e Moldenhauer non nomina nel dettaglio ne arredi ne suppellettili e si può consultare, previo appuntamento, nell’Archivio di Stato di Como.

Un disegno ad acquerello della facciata della villa ad opera di Attilio Botta e conservato presso i Musei Civici di Lecco. Gli originali di tutta la documentazione dovrebbero essere conservati nell’archivio del comune di Lecco compresa copia originale dell’’atto di vendita della villa tra la famiglia Groppelli e il Comune del 1971.